Sono tornato a casa, vuol dire sbagliare, ho fatto la strada più lunga, non ho riconosciuto la traversa giusta, una donna mi ha fissato eccezionalmente finché le ho chiesto una ragione, guardi le ho detto che non sono un poco di buono, se permette l'accompagno, e allora è andata via senza voltarsi, è successo di nuovo, mi accompagni lei allora, sono rimasto solo a fissare queste mani che non riesco più ad affrontare, poi ho cercato in terra dei soldi per mangiare, a Guasconi riesce sempre, neanche che s'impegni più di tanto, ho fatto tardi qualsiasi cosa avessi da fare, se non sbaglio era notte tiepida ma ho tirato su il bavero della giacca che comunque rabbrividivo, dal freddo tremavo, e camminavo con una scopa tra le gambe, ma tanto non c'era nessuno che mi era lì a guardare, ed è stato davvero più facile, della nebbia mi è sembrata fosse apparsa, che periodaccio difficile da sorvolare, il bar sotto casa era ancora aperto, ho preso due martini uno dopo l'altro e ho fumato dentro, ho chiesto il permesso, Roshid mi ha lasciato fare, un gruppo di ragazzi più o meno eterogeneo bivaccava al di là dell'entrata, mi sono riscoperto a guardarli così intensamente di fronte all'idea che io fossi per loro uno dei tanti, è ciò che fa più male, a casa noi non siamo mai soli, sempre vicino a mangiare insieme nelle stesse stanze, dormiamo coricati fianco a fianco e la porta del bagno è sempre aperta, per noi che il tempo è collettivo non esistono ansie né angosce, scorre rapidamente, non teniamo orologi in casa né specchi né chiavi, guardiamo insieme la televisione e ci piacciono le stesse ballerine, i gusti in pratica sono equivalenti e mentre uno di noi proprio deve uscire, non potrebbe altrimenti, ci incoraggiamo sinceri a vicenda, non aver paura ragioniamo sereni, tra non molto sarai di nuovo qui con noi a casa, questa nostra splendida casa, tornare a casa è sempre un piacere, corrisponde a un dovere, metti riscoprire l'indimenticabile conforto e le antiche emozioni, sebbene per un attimo fossero state accantonate, può durare più di una settimana? Questo lo sai dipende solo da te, e noi non possiamo aiutarti da qui, quanta forza sprigiono dal momento in cui poso i miei bagagli nell'ingresso di casa, la nostra casa, ve l'ho mai detto che mi succede sempre, lo sapete? Non siate cattivi con me, sono tornato per restare, non andrò mai più via.
Vedi Chiara, io preferisco ricordare i momenti più semplici, quelli in cui non capivo più niente, quanto tempo è passato così in assoluta incoscienza e allora qual è il problema? Mi sono divertito e non ho mai sofferto, poi abbiamo cominciato a pensare che fosse tutto sbagliato, e allora abbiamo complicato i piaceri e ci siamo assuefatti in un attimo a certi rituali momenti che fino ad allora erano sacri e coinvolgenti, distraenti, avvolgenti, muschiosi e divertenti, dai divertenti, in fondo chissenefrega di certi sprechi, l'importante per me era non vomitare, adesso ti sai dire felice?
Tu credi che quelli fossero i momenti più semplici proprio perché non capivi niente e devo proprio ricordarti quando e quanto soffrivi un sacco quei momenti che ora svanisci? facile così eh, tra l'altro vomitavi lo stesso quasi ogni sera. Bugiardo. Cretino. E codardo.
È sbagliato. Tutto.
Sono già le quattro.
Un giorno ti fissasti a guardare quattro operai di fronte casa, la nostra casa, la notte era più scura e fredda e loro lavoravano coperti da scialli Sarajevo, sono passati quindici anni, avresti voluto aiutarli, quanto tempo hai impiegato per capire che da quella finestra non ti avremmo lasciato uscire, era troppo tardi e non ci andava di mandarti in strada da solo, la città a quest'ora è buia e pericolosa, continua a guardarli dal caldo di questa stanza, nella nostra casa, ci hai messo troppo tempo per capire, è sempre stato un problema questa tua lentezza, ce lo dicevano anche a scuola, ma non dipendeva da te, essì che ti impegnavi, hai imparato a leggere in seconda elementare e non parlavi con nessuno, allora non accettavi che noi non fossimo con te continuamente, in ogni momento, ma poi con gli anni certe paure scompaiono, sei tornato per restare, non ti lasceremo mai più andare. Torniamo a letto, è ora di mangiare.
Non si sono mai accorti che ero ancora lì a fissare e allora mi sono stancato, ho accarezzato uno dei loro cani, ho pagato quel che dovevo e sono andato verso casa, ho fatto la strada più lunga, non ho riconosciuto la traversa giusta, non bevevo da sei mesi e poi una donna mi ha preso a fissare, ho sperato mi accompagnasse ma proprio non riuscivo a camminare, è andata via offesa senza s'voltare, è successo di nuovo, sono già le quattro, ho fame e mi prudono le mani, non le riesco più a guardare, tra poco questo cercare sarà tornare a casa, ci sono quasi.