venerdì 28 settembre 2007

A CASA

Sono tornato a casa, vuol dire sbagliare, ho fatto la strada più lunga, non ho riconosciuto la traversa giusta, una donna mi ha fissato eccezionalmente finché le ho chiesto una ragione, guardi le ho detto che non sono un poco di buono, se permette l'accompagno, e allora è andata via senza voltarsi, è successo di nuovo, mi accompagni lei allora, sono rimasto solo a fissare queste mani che non riesco più ad affrontare, poi ho cercato in terra dei soldi per mangiare, a Guasconi riesce sempre, neanche che s'impegni più di tanto, ho fatto tardi qualsiasi cosa avessi da fare, se non sbaglio era notte tiepida ma ho tirato su il bavero della giacca che comunque rabbrividivo, dal freddo tremavo, e camminavo con una scopa tra le gambe, ma tanto non c'era nessuno che mi era lì a guardare, ed è stato davvero più facile, della nebbia mi è sembrata fosse apparsa, che periodaccio difficile da sorvolare, il bar sotto casa era ancora aperto, ho preso due martini uno dopo l'altro e ho fumato dentro, ho chiesto il permesso, Roshid mi ha lasciato fare, un gruppo di ragazzi più o meno eterogeneo bivaccava al di là dell'entrata, mi sono riscoperto a guardarli così intensamente di fronte all'idea che io fossi per loro uno dei tanti, è ciò che fa più male, a casa noi non siamo mai soli, sempre vicino a mangiare insieme nelle stesse stanze, dormiamo coricati fianco a fianco e la porta del bagno è sempre aperta, per noi che il tempo è collettivo non esistono ansie né angosce, scorre rapidamente, non teniamo orologi in casa né specchi né chiavi, guardiamo insieme la televisione e ci piacciono le stesse ballerine, i gusti in pratica sono equivalenti e mentre uno di noi proprio deve uscire, non potrebbe altrimenti, ci incoraggiamo sinceri a vicenda, non aver paura ragioniamo sereni, tra non molto sarai di nuovo qui con noi a casa, questa nostra splendida casa, tornare a casa è sempre un piacere, corrisponde a un dovere, metti riscoprire l'indimenticabile conforto e le antiche emozioni, sebbene per un attimo fossero state accantonate, può durare più di una settimana? Questo lo sai dipende solo da te, e noi non possiamo aiutarti da qui, quanta forza sprigiono dal momento in cui poso i miei bagagli nell'ingresso di casa, la nostra casa, ve l'ho mai detto che mi succede sempre, lo sapete? Non siate cattivi con me, sono tornato per restare, non andrò mai più via.

Vedi Chiara, io preferisco ricordare i momenti più semplici, quelli in cui non capivo più niente, quanto tempo è passato così in assoluta incoscienza e allora qual è il problema? Mi sono divertito e non ho mai sofferto, poi abbiamo cominciato a pensare che fosse tutto sbagliato, e allora abbiamo complicato i piaceri e ci siamo assuefatti in un attimo a certi rituali momenti che fino ad allora erano sacri e coinvolgenti, distraenti, avvolgenti, muschiosi e divertenti, dai divertenti, in fondo chissenefrega di certi sprechi, l'importante per me era non vomitare, adesso ti sai dire felice?

Tu credi che quelli fossero i momenti più semplici proprio perché non capivi niente e devo proprio ricordarti quando e quanto soffrivi un sacco quei momenti che ora svanisci? facile così eh, tra l'altro vomitavi lo stesso quasi ogni sera. Bugiardo. Cretino. E codardo.

È sbagliato. Tutto.

Sono già le quattro.

Un giorno ti fissasti a guardare quattro operai di fronte casa, la nostra casa, la notte era più scura e fredda e loro lavoravano coperti da scialli Sarajevo, sono passati quindici anni, avresti voluto aiutarli, quanto tempo hai impiegato per capire che da quella finestra non ti avremmo lasciato uscire, era troppo tardi e non ci andava di mandarti in strada da solo, la città a quest'ora è buia e pericolosa, continua a guardarli dal caldo di questa stanza, nella nostra casa, ci hai messo troppo tempo per capire, è sempre stato un problema questa tua lentezza, ce lo dicevano anche a scuola, ma non dipendeva da te, essì che ti impegnavi, hai imparato a leggere in seconda elementare e non parlavi con nessuno, allora non accettavi che noi non fossimo con te continuamente, in ogni momento, ma poi con gli anni certe paure scompaiono, sei tornato per restare, non ti lasceremo mai più andare. Torniamo a letto, è ora di mangiare.

Non si sono mai accorti che ero ancora lì a fissare e allora mi sono stancato, ho accarezzato uno dei loro cani, ho pagato quel che dovevo e sono andato verso casa, ho fatto la strada più lunga, non ho riconosciuto la traversa giusta, non bevevo da sei mesi e poi una donna mi ha preso a fissare, ho sperato mi accompagnasse ma proprio non riuscivo a camminare, è andata via offesa senza s'voltare, è successo di nuovo, sono già le quattro, ho fame e mi prudono le mani, non le riesco più a guardare, tra poco questo cercare sarà tornare a casa, ci sono quasi.

E SE SBIRCI PER AMORE TRA LE BRACCIA

E se sbirci per amore tra le braccia

Che ti stritolano di giorno

E ti tengono la notte

In un manto di carezze morbide e leggere

E se hai paura ogni volta che

Le senti fiacche e sfregiate da ieri

E se ogni volta che le sai lontane le

Immagini pompare

Carburante idrogeno o ricostituente muscolare


Se non le sai frenare


E se braccia ti racconteranno di ultime volte interminabili

Come la mitica prima cantata e inseguita

Se manco una volta ci vedrai ragione


"Come sarà facile, come sarà semplice", già mi ridono serpenti

Quelle braccia maledette!



a marion

UNE PETITE MORTE

Sono così stanco marion, mentre penso che lo sono per come ti ho stretta e per quanto lo farò ancora, subito, domani, questa sera non ho più dormito manco il successo m'avesse mozzato la testa in fondo al mare, non dormo più da che siamo in pace, un pò di più ora mi pare, è bastato un attimo affondarci in sguardi profondissimi che sorridono certi e luminosi, fissarci alcune ore senza distoglierci e senza ridere e poi tornare a letto, guardandoci non ci siamo mai imbarazzati in attimi alti sinceri leggeri che non sono mai finiti, oh marion io d'allora mi cibo di caffè, dei tuoi occhi della tua bocca del pessimo caffè che bevo da te, ci vuole una caffettiera, il faut marion, la compro io se fra come ha detto non lo farà, la compro io mi cibo di te, assolutamente buona comincio dalla tua pelle, il rischio è confondere un'appropriazione per controllo, ti mordo tutta e chiamo ogni volta il tuo nome, tu sei costretta a rispondermi la tua vicinanza ma io ho bisogno di condire di te ogni parola che ci scambiamo, sono così stanco marion mentre penso che ti avrò per cena e allora ristorerò, il mio corpo si solleverà dal letto dove non dormiamo da tre giorni, io ti mangerò perchè come dice il poeta LA PASSIONE DEGLI AMANTI E' PER I MORTI e ora io credo di capire il senso di una frase che non mi ha mai dato perchè, ci aspettano in macchina, sto di nuovo addormentandomi ti ricordi? ci aspettano in macchina dolce marion, un angelo che vorrei morisse con me ogni notte per continuamente tornare, una piccola morte di velluto strillata, luce immensa da sacri pulsanti che sprigionano serenità se ben premuti, ma la notizia la più importante signora bidault è che di fronte a tanta bellezza sebbene ancora da plasmare la testa stanca leggera e smontata dalle tue mani morbide scaccia da sè guerre pugnali tentazioni polverose e sanguinanti, la mia testa stanca e leggera indossa le tue dita lievi e si spoglia di cattivi pensieri.


(respirare)


Mai più, chiedeva lei a notte fatta oramai

Mentre chiunque ballava e io la precipitavo da quello

Spazio nei miei occhi che la volevano per intero

In un afflato abbagliante dove tutto è (o sembra passato)


Mai più, volevano i suoi occhi sui miei

Sembravano attimi i più importanti di sempre

Io non ho parlato, ho lasciato lei lo ripetesse

CON LE PAROLE MARION IO SONO IL MIGLIORE

Ma è una questione di azioni - Questa volta son fatti

Quelli entro i quali con te io mi muovo.


Ce la possiamo fare.

NON IN QUESTI GIORNI, NO(N VOGLIO)

Non mi fido di nessuno nelle stazioni quando li guardo e mi ricambiano e mi seguono e mi mentono già ansimo io lo so
SO GIA TUTTO vi perdono
amo la mia eleganza che sa distinguere fischi da fiaschi e non mi preoccupano le mie braccia che prudono pericolosamente
nè le mani che gonfiano forme continenti
spesse volte ho temuto il veleno e spesse altre ho umiliato il terrore di assassini sdentati e a volte colposi
questa vita è una vitaccia popo una vitaccia. ai russi non accordo mai la mia ingenuità nemmeno agli esti in generale
ho saputo rilassare la mia sfiducia nei confronti dei nordafricani MA I ROMANI GIAMMAI
le romane talvolta
le mature romane che combattono dal finir dei '70
pressappoco funziona che ti aggiri inquieto e sudato tra le vie che han nome solito di padri di patria
torvi il tuo sguardo e indurisci i lineamenti
prima di uscire hai sapientemente svestito giacche di velluto e panni sofisticati
per non parere l'ultimo degli appena arrivati e vagheggiare un contatto empatico co loro
LORO LO SANNO io li perdono
giri a vuoto isolati e edifici sporchi e oscuri e belli e bruttissimi
fumi seimila sigarette su autocofanimobili che si ritirano sotto il tuo peso
d'altronde io qui potrei aspettare lamiara gazza o qualcuno dei miei colleghi di quelli con cui normalmente come si fa mi appuntamento qui dove le celeri volanti parcheggiano di casa
chi può negarmelo?
ANCHE I CELERI LO SANNO che può essere. io li ho perdonati
massecivai passato abbondantemente il tramonto sappi deluderti perchè ci si incontra alla luce dei soli
ci crederesti? le umanità le più disparate bocche stupefacenti che mosaicano quei posti hanno paura del buio
DEL BUIO!
oh! solo sole
questa è la logica fuzzy. io in fisica al liceo ci avevo sette e qualche volta otto
ma la chimica è la più bella
bella bella bella bella
non la ricordo pressocchè niente
io ho avuto 9 e me1/2zzo ad un compito di chimica e la proffa
mi chiamava alla lavagna quando le mie colleghe schimicate sbagliavano le reazioni e diceva
ti pregospIEGALIELA TU che aveva nervi facili giuliana nesso
e mi voleva bene pure se fumavo le sigarette nel bagno mentre agli altri li rimproverava
LO SAPEVA mi perdonava
in quei quartieri tu lì fermo a tremare e a fumare ti scambiano per una puttana
sei malvestito
è il tuo viso che costringi all'infuori d'un'incipiente paura che su ci sguazza e passa di danza a generare l'equivoco
accettolo e fotografo lo spavento sui visi che temo e tremo
LORO LO SANNO Dxcerto. io li perdono
giri che rigiri si è fatta una certa maledetta dalle parole che sguinzagli quasi cadavere dal freddo
ma come potresti tornare a casa e menDirti che lasci stare
STASera(no) MAi potresti?
è inutile che ci provi noiosa sigorina Rinuncia mentre sto rimorchiando miss Persevera
IO NON VOGLIO MORIRE A ROMA DALLE BRACCIA FINO AL CUORE
NON ORA NELLA MIA CASA TIEPIDA D'OTTOBRE che tiepida marion
si è appena addormentata
LEI LO SA? mi per(che?)dona?

non in questi giorninoNVOGLIO!!!