giovedì 15 novembre 2007

I LINGUAGGI DEL TAMBURO

Autore di culto per pochi – a causa della scarsa diffusione che ha avuto la sua opera e la sua vicenda artistica e personale dopo la sua morte - Tamburini è da considerare un grande fumettista per l’apporto innovativo e sperimentale che ha caratterizzato il suo lavoro, come sceneggiatore e autore. Due sono le direttrici principali da seguire nell’analisi dell’opera tamburiniana: il lavoro sul linguaggio e la manipolazione grafica, le invenzioni visive.

Tamburini ha un tratto scarso e debole, “disegna male”. Guarda alla poetica, ai contenuti, al linguaggio, alle parole, agli “stravolgimenti di sintassi” per dirla con le sue parole. Il centro delle sue opere risiede nel parlato, una miscellanea di linguaggi secca, truce, veloce, divertente, ironica, poetica, fredda, che evoca un’ atmosfera linguistica unica. Dal suo stile emergono sistematicamente cinismo e ironia. Tamburini “rivoluziona i canoni grammaticali del linguaggio fumetto, che diventa strumento militante per parlare del quotidiano, del sociale e del politico” (Emiliano Rabuiti).

Il linguaggio del fumetto evolve rapidamente e per sempre grazie al suo contributo.

Il grosso della sua produzione grafica ruota attorno a Frigidaire (rivista che ideò e fondò nel 1980), essendo gli altri progetti episodici o comunque inorganici.

Nelle sue creazioni, la figura del disegnatore classico ha poco spazio. Tamburini opera una manipolazione creativa, partendo dalla narrazione, pensando alla struttura (il lavoro sulla grafica e le soluzioni innovative, attraverso i collage e con la macchina fotocopiatrice, come in Snake Agent, “tentativo di fumetto in cui la figura del disegnatore risultasse completamente obsoleta”).

Il suo stile grafico è essenziale, estremamente sintetico, il segno è pulito e geometrico. Le tecniche utilizzate sono principalmente quelle del collage e della deformazione del tratto attraverso la detournazione con la fotocopiatrice (“estetica deformante”).

Il racconto passa attraverso la velocità grafica delle immagini, un dinamismo visivo supportato dalla sperimentazione sulla grammatica del fumetto. Un altro argomento molto stimolante per Tamburini, che influenza il suo studio sulla grafica, è il rapporto tra musica e fumetto, interrelazione centrale nella costante ricerca della musicalità della immagine, della colonna sonora (immaginaria) dell’immagine fumetto.

Tamburini ha dimostrato che fare fumetti non è (semplicemente) disegnare, ma dire qualcosa e sapere come dirla.

Un altro aspetto non marginale è il legame profondo che c’è stato tra Tamburini e il movimento del ’77: nel lavoro satirico, da Il Male a Cannibale e prima ancora per Stampa Alternativa, Tamburini grafico “inventa nuove forme per partecipare attivamente – da autore - alla lotta estetico politica, alla critica del mondo contemporaneo” (Vincenzo Sparagna).

L'analisi dell'opera di Tamburini è lo studio dei suoi linguaggi: quello narrativo e quello grafico, sullo sfondo di un’epoca – il 1977 – che (lo) rappresenta e (lo) influenza.

UNA BIOGRAFIA DI STEVE TAMBURO

Stefano Tamburini nasce a Roma nel 1955.

Il suo esordio nell'editoria avviene nel 1974 su Combinazioni, rivista romana di controcultura, con la quale collaborerà fino alla chiusura, avvenuta nell'estate del 1976. Per Combinazioni crea le brevi strip di Fuzzy Rat, lo sballato topo antropomorfo preso a prestito da Cal Schenkel, grafico di Frank Zappa.

Della metà degli anni Settanta è anche la sua collaborazione con Stampa Alternativa, agenzia che edita e distribuisce libri e riviste di controinformazione. Per il bollettino della casa editrice romana disegna vignette e illustrazioni ed è inoltre autore di volantini e copertine di libri. È in questi anni che ha inizio la sua esperienza di grafico.

Nel dicembre 1976 incontra Giulio Tedeschi che gli propone di scrivere una storia a fumetti per il numero zero di una nuova rivista in uscita per la casa editrice Tampax. Intitolata Morning Glory, è da considerarsi il primo coerente racconto a fumetti di Tamburini e viene pubblicata nell'autunno del 1977 da Zombie International.

Nel maggio del 1977 fonda Cannibale, il suo maggior merito in campo editoriale, rivista tascabile a fumetti (sullo stile dell'americano Zap) frutto della collaborazione con Massimo Mattioli e Marco ‘Trash’ D’Alessandro. Successivamente entrano a far parte della redazione Filippo Scòzzari, Andrea Pazienza e Tanino Liberatore. Sulle pagine di Cannibale appaiono le prime storie di Ranx Xerox, umano-semi-androide protagonista di avventure mirabolanti nello scenario di una Roma del futuro prossimo, scritte da Stefano e disegnate insieme a Pazienza e Liberatore, col quale consolida il sodalizio artistico nato sulla rivista satirica Il Male.


Nel novembre del 1980 con Vincenzo Sparagna e Filippo Scozzari da vita a Frigidaire, di cui cura grafica e impaginazione. Su Frigidaire proseguono le avventure di Ranx Xerox, ribattezzato Ranxerox dopo le ammonizioni dell'omonima casa di fotocopiatrici, che giudica il fumetto "un concentrato di violenza, oscenità e turpiloquio”. Le storie di Ranxerox sono ora disegnate dal solo Liberatore, che ne ha mutato l'aspetto fisico in un ipertrofica massa di muscoli, operando sul personaggio la caratterizzazione definitiva. Per Frigidaire Tamburini crea un'infinità di illustrazioni, realizza le storie di Snake Agent, sperimentando un innovativo metodo di espressione grafica (disegna gli originali a mano deformando un vecchio fumetto americano per poi alterarne il tratteggio con l'uso di una fotocopiatrice: il primo caso di striscia non disegnata e interamente detournata) e cura con lo pseudonimo di Red Vinyle (parodia dell’allora giovane e esordiente giornalista musicale Red Ronnie) un'ironica rubrica di critica musicale ferocissima.

Nell'ottobre del 1982 sposa Emy Fontana.


Mentre le storie di Ranxerox vengono pubblicate in Francia, Giappone e in molti altri paesi (nel Nord America appare sulla prestigiosa Heavy Metal, edizione canadese della nota Metal Hurlant francese), la sua produzione si apre verso la pubblicità e la moda con la collezione "Vudù", le vetrine per i negozi Vogue e gadgets per la casa farmaceutica Pfizer. Ma Stefano non abbandona mai del tutto la grafica editoriale: di questo periodo sono, infatti, le sue realizzazioni per le testate Vomito, Tempi Supplementari e Zut.

Muore improvvisamente, in seguito a un’overdose di eroina, nel suo appartamento di Monte Mario a Roma, in un giorno non precisato dell'aprile del 1986. Il suo corpo viene ritrovato due settimane circa dopo il decesso, in avanzato stato di decomposizione, da Andrea Pazienza.

lunedì 5 novembre 2007

ALZATI PRESTO

Ci siamo tuffati in fretta nella vasca e abbiamo sbattuto la testa, la dottoressa in congedo ci ha lasciato per terra, lei dirà che lo aveva detto di placare le ansie (ora le lacrime sgorgano dalla fonte di sangue), sarebbe bastata meno ingordigia per poter telefonare il salvataggio che ci avrebbe fermato.

Abbiamo accarezzato il disprezzo del mondo
Abbiamo nutrito il contagio del corpo
Sprezzanti le
Mani gonfie/le braccia amorfe/le ossa sul corpo.

Questi occhi nati dai versi non cantano più
Questi occhi
(Cenere di tenebra)
Infiammano la
Prima persona del presente.

C'è il rischio di perdersi.