Autore di culto per pochi – a causa della scarsa diffusione che ha avuto la sua opera e la sua vicenda artistica e personale dopo la sua morte - Tamburini è da considerare un grande fumettista per l’apporto innovativo e sperimentale che ha caratterizzato il suo lavoro, come sceneggiatore e autore. Due sono le direttrici principali da seguire nell’analisi dell’opera tamburiniana: il lavoro sul linguaggio e la manipolazione grafica, le invenzioni visive.
Tamburini ha un tratto scarso e debole, “disegna male”. Guarda alla poetica, ai contenuti, al linguaggio, alle parole, agli “stravolgimenti di sintassi” per dirla con le sue parole. Il centro delle sue opere risiede nel parlato, una miscellanea di linguaggi secca, truce, veloce, divertente, ironica, poetica, fredda, che evoca un’ atmosfera linguistica unica. Dal suo stile emergono sistematicamente cinismo e ironia. Tamburini “rivoluziona i canoni grammaticali del linguaggio fumetto, che diventa strumento militante per parlare del quotidiano, del sociale e del politico” (Emiliano Rabuiti).
Il linguaggio del fumetto evolve rapidamente e per sempre grazie al suo contributo.
Il grosso della sua produzione grafica ruota attorno a Frigidaire (rivista che ideò e fondò nel 1980), essendo gli altri progetti episodici o comunque inorganici.
Nelle sue creazioni, la figura del disegnatore classico ha poco spazio. Tamburini opera una manipolazione creativa, partendo dalla narrazione, pensando alla struttura (il lavoro sulla grafica e le soluzioni innovative, attraverso i collage e con la macchina fotocopiatrice, come in Snake Agent, “tentativo di fumetto in cui la figura del disegnatore risultasse completamente obsoleta”).
Il suo stile grafico è essenziale, estremamente sintetico, il segno è pulito e geometrico. Le tecniche utilizzate sono principalmente quelle del collage e della deformazione del tratto attraverso la detournazione con la fotocopiatrice (“estetica deformante”).
Il racconto passa attraverso la velocità grafica delle immagini, un dinamismo visivo supportato dalla sperimentazione sulla grammatica del fumetto. Un altro argomento molto stimolante per Tamburini, che influenza il suo studio sulla grafica, è il rapporto tra musica e fumetto, interrelazione centrale nella costante ricerca della musicalità della immagine, della colonna sonora (immaginaria) dell’immagine fumetto.
Tamburini ha dimostrato che fare fumetti non è (semplicemente) disegnare, ma dire qualcosa e sapere come dirla.
Un altro aspetto non marginale è il legame profondo che c’è stato tra Tamburini e il movimento del ’77: nel lavoro satirico, da Il Male a Cannibale e prima ancora per Stampa Alternativa, Tamburini grafico “inventa nuove forme per partecipare attivamente – da autore - alla lotta estetico politica, alla critica del mondo contemporaneo” (Vincenzo Sparagna).
L'analisi dell'opera di Tamburini è lo studio dei suoi linguaggi: quello narrativo e quello grafico, sullo sfondo di un’epoca – il 1977 – che (lo) rappresenta e (lo) influenza.